lunedì 14 luglio 2014

Un mondo diviso in due

La realtà dei crimini delle multinazionali




Il controllo dei semi e il cibo come arma


Il potere politico delle multinazionali




The corporation


Per anni, le grandi industrie del Nord del mondo hanno avuto una sola parola d'ordine: delocalizzare. Ciò ha significato per loro e significa tutt'ora pagare stipendi più bassi, assicurare ai dipendenti minore sicurezza sul lavoro, ottenere facilitazioni di ogni genere da governi attratti dalla prosperità che ci si immagina sia legata allo sviluppo industriale. Ma un' altra ragione ha contribuito a spingere le grandi società del Nord verso il Sud del mondo: nei loro Paesi d'origine, queste aziende hanno incominciato a sentir pesare su di loro l'ostilità dell'opinione pubblica e le misure dei relativi governi circa l'inquinamento che spesso le loro produzioni causavano. Quale migliore soluzione, anzichè spendere fior di denaro per escogitare produzioni "pulite", di quella di portare l'inquinamento altrove, in Stati dove non si guardi troppo per il sottile e dove la coscienza ambientale non esiste ancora?
Così, oltre alle altre piaghe mortali della fame, delle malattie e dell'ignoranza, il Sud del mondo sta anche diventando" la spazzatura della Terra", il luogo dove si possono inquinare le acque, i terreni, l'aria, senza subire le giuste punizioni relative. Ecco quindi comparire altre cause di morte per le popolazioni: alterazioni genetiche, tumori, avvelenamenti da metalli pesanti, tutto ciò che sarebbe inaccettabile al Nord, diventa possibile in questa "terra di nessuno", tra queste genti senza diritti che da seicento anni pagano letteralmente sulla loro pelle la prosperità di cui noi godiamo e che non ci sembra mai sufficiente. Tra i più colpiti da questi perversi giochi d'interesse vi sono i giovanissimi e i bambini. Dove c'è povertà e carenza di igiene e di cure, non soltanto la mortalità infantile è altissima, ma anche chi sopravvive e deve affrontare la vita, si trova davanti a esperienze inimmaginabili. Ogni anno muoiono nel mondo 11 milioni di bambini e ragazzini; almeno un milione e mezzo cade vittima della mancanza d'igiene e di assistenza sanitaria. Sono 218 milioni i bambini coinvolti nel fenomeno del lavoro minorile, ci sono poi i bambini costretti all'arruolamento forzato, e oltre trecento milioni sono i minori che non possono frequentare la scuola perchè troppo lontana, perchè è troppo cara o perchè la loro famiglia non si può permettere di non contare sul minimo reddito che un ragazzino può guadagnare con un lavoro qualsiasi. Che cosa vi è di globale in tutto questo? Ma la  grande tragedia dei Paesi del Sud del mondo consiste  nello squilibrio tra ciò che hanno da vendere al Nord e ciò che sono costretti ad acquistare da esso. Per il cibo: esportano ciò che cresce nelle monoculture imposte dalle multinazionali ( e che rende ai governi e alle popolazioni locali una minima parte del suo valore, poichè i proprietari sono appunto le società del Nord); importano ciò che serve a vivere, e cioè cereali e carne, pagandoli, invece, al normale prezzo di mercato. E' inevitabile che, in questo modo, si accumuli un debito da parte del Sud nei confronti del Nord. Ma non è soltanto questo il problema: le nazioni povere vendono materie prime, ma sono costrette a comprare dal Nord i prodotti finiti. Poichè le materie prime, proprio perchè sono ancora da lavorare, costano meno dei prodotti finiti, ecco un nuovo motivo di debolezza del Sud che trova, appunto prezzi cari quando deve comprare e prezzi bassi quando vende. Si aggiunga a questo quadro sconfortante il fatto che molti Paesi del Sud del mondo sono governati da dittature militari che spendono in acquisti di armamenti ( dal Nord) una buona parte delle ricchezze dei loro Stati e addirittura una forte percentuale di quei prestiti, di quegli aiuti che, per acquietare la propria coscienza, le nazioni ricche inviano loro. In questo modo, del denaro che, o per rendita dei beni naturali venduti o per prestito,pur affluisce nelle casse, ben poco viene usato per alleviare la povertà della popolazione e , ancor meglio, per favorire lo sviluppo futuro. Sprecandolo in armi e in corruzione, si rende drammatico il presente e tragico il futuro.

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