Fatti e personaggi che ci sono costati lacrime e sangue e che stanno alla base del divario tra Nord e Sud. |
- La barba e i baffi finti di Vittorio Emanuele II: La pioggia, all'ingresso di Vittorio Emanuele a Napoli, ne scolorì la barba e i baffi tinti, provocando l'ilarità del popolo accorso per l'occasione. Il Re reagì facendo una scenata, rifiutò il baciamano. Tanto è che non passò molto tempo, che nelle strade dei rioni popolari incominciò a echeggiare il grido " Viva Franceschiello". Per reprimerlo il Ministro degli Interni Liborio Romano scatenò la polizia.
- Il rapporto del luogotenente Farini al Primo Ministro: " Altro che Italia! Questa è Africa. I beduini a riscontro di questi cafoni sono fior di virtù civile"
- Cavour che non si fidava dei deputati meridionali: Per dare avvio all'unità e predisporre le strutture fece approvare una legge elettorale che portava le circoscrizioni da 30 a 50.000 abitanti, in modo da ridurre il numero dei deputati. Il diritto di voto era riservato ai cittadini maschi che avessero compiuto 25 anni e pagassero almeno 40 lire d'imposte all'anno. Quelli che votarono furono in misura preponderante del Nord, date le disagiate condizioni economiche del Sud.
- La scelta protezionistica del 1887: Tra il 1877 e il 1887 ( Governo Depretis), l'Italia aveva adottato nuove leggi di matrice protezionistica sulle tariffe doganali, per proteggere la propria debole industria. Queste leggi andavano a svantaggio delle esportazioni agricole del Sud, avvantaggiando la produzione industriale concentrata al Nord. Secondo Giustino Fortunato con questi provvedimenti si determinò il crollo degli interessi meridionali difronte a quelli dell'Italia Settentrionale. Nella stessa direzione Luigi Einaudi, sottolinò come la forte barriera doganale, del periodo post-unitario assicurò alle industrie del Settentrione il monopolio del mercato meridionale, con la conseguenza di impoverire l'agricoltura.
- La prima guerra mondiale : con la prima guerra mondiale, il relativo sviluppo del Nord, fondato sull'industria, venne favorito dalle commesse belliche, mentre al Sud, il richiamo alle armi dei giovani lasciò nell'incuria i campi, privando le loro famiglie di ogni sostentamento. A guerra finita, poi fu la borghesia imprenditoriale del Nord a profittare dell'allargamento dei mercati e delle riparazioni di guerra.
- Il ventennio fascista: Lo Stato fascista era interessato ad allargare il proprio consenso mediante una crescita economica che sostenesse la sua politica espansionistica. A tal fine promosse una serie di opere pubbliche attraverso vari organismi quali l' Istituto per la Ricostruzione Industriale ( IRI) e l'Istituto Mobiliare Italiano ( IMI), per dotare di infrastrutture i territori più depressi del Meridione. Vennero migliorati due porti ( Napoli e Taranto) costruite alcune strade, ferrovie e canali, intrapresa la costruzione di un grande acquedotto ( quello del Tavoliere Pugliese) e soprattutto, ideato un ambizioso piano di bonifica integrale. Tuttavia si trattò di investimenti che soddisfacevano solo in minima parte le esigenze locali con una ricaduta modesta sull'occupazione e distribuiti secondo criteri volti a produrre e consolidare il consenso verso il regime da parte delle popolazioni interessate e nel contempo a non ledere gli interessi di quei ceti latifondisti e piccolo borghesi che costituivano lo zoccolo duro del fascismo nel Meridione. L'industria durante il ventennio fascista, vive al Sud un lungo periodo di stagnazione, rilevabile anche sotto il profilo occupazionale.
- La II guerra mondiale: Con la II guerra Mondiale le disparità oltre che economiche, furono di carattere politico.Nel 1943 gli alleati stavano preparando lo sbarco in Sicilia per invadere l'Italia, e trovarono un'alleata nella mafia in cambio del controllo civile del Sud.
- I fondi allo sviluppo del Mezzogiorno: A varie riprese il Governo Italiano destinò fondi allo sviluppo del Mezzogiorno, creando pure un Istituto finanziario, chiamato Cassa del Mezzogiorno per gestirne i flussi. Troppo spesso gli investimenti statali vennero utilizzati male, e troppo spesso servirono a creare stabilimenti industriali da parte dei grandi gruppi pubblici e privati del Nord, in aree mal servite dalle infrastrutture, con una sede dirigenziale situata spesso lontano dagli impianti di produzione e che tuttavia approfittavano degli ingenti capitali pubblici ivi stanziati.
- Lo shock petrolifero: Da quel momento in poi il dualismo tra Nord e Sud torna a crescere, dopo una inversione di tendenza avuta negli anni 70.
- Qual'è il dramma del Meridione oggi? E' che nessuno sappia sollevare una Questione Meridionale. Oggi si hanno tante questioni Regionali che non fanno insieme nemmeno mezza questione.
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