martedì 17 giugno 2014

Portrait of a migrant

Portrait of a migrant

A hundred kilometers north of Cairo, Tanash is, like almost all the villages in the Nile Delta, a huge, hideous conglomeration of illegal buildings and dilapidated, a health poor and overpopulated. Abdelnasser is an Egyptian like many others, family, wife, children, mother and mother-in-law charged. Like so many others in his village, Abdelnasser has tried several times to achieve the dream of forever. But he always went wrong. "For a year I was in Iraq when the war started. Saddam's regime demanded that we we fought in the front line against the Americans. I hid myself and with other Egyptians are able to return home via by Jordan. But here I found hunger and unemployment. few months ago - continues Abdelnasser-I met a neighbor who had returned from Italy for the holidays. told me that you earned 1,500 Euros per month. did I meet in Cairo a man to get me in the ship, from Libya to Italy, he asked 12 thousand Egyptian pounds (about 1,500 Euros), 6000 assets and the remainder to be paid when you arrive at your destination. Vendetti TV, refrigerator, the dowry of my wife and I borrowed more money from relatives and friends. " For Abdelnasser is the beginning of the odyssey. "Three weeks later, I found myself with 4 other Sudanese and 20 Egyptians in a bus to the border with Libya. Spent the frontier without any major problems, evidently traffickers corrupting Libyan police. We remained closed for six days in a house with very little food and almost without water, until one night they told us to keep ourselves ready. The boat was a normal vessel, the crew was made up of Egyptians and Libyans. sailed, but after a few miles of the coast guard was waiting for us. There we had passports, many of us threw into the sea for us not to take. I I made it, others did not, the Sudanese drowned. To be able to cross back over the border, I paid the last money I had in my pocket. Now I work as a bricklayer in Cairo : earning the equivalent of 100 Euros per month, but it could never repay the debts and support my family, "is the bitter reflection. In the home of a non-governmental organization in Egypt with whom he collaborated, journalist Khaled Salah follows many years the growing problem of illegal immigration Egyptian: "Recently, Egypt has become a haven for traffickers. Here they sell fake visas and airline tickets to Europe, from where he then tries to enter Germany or Italy. Others sell tickets to Cuba, Brazil or South America, with a transit visa in Europe. arrival at the airport, there discarded passport and asks for asylum as a Palestinian, Iraqi or Kurdish. And then there is the most economical, but also the most risky, that it is precisely that of the sea, from the Libyan coast. "


Ritratto di un migrante

A una trentina di chilometri a nord del Cairo, Tanash è ,come quasi tutti i villaggi nel delta del Nilo, un immenso, orrendo agglomerato di edifici abusivi e fatiscenti, un centro poverissimo e sovrappopolato. Abdelnasser è un egiziano come tanti, famiglia numerosa, moglie, figli, mamma e suocera a carico. Come tanti altri nel suo villaggio, Abdelnasser ha provato più volte a realizzare il sogno di sempre. Ma gli è sempre andata male." Ero da un anno in Iraq quando è incominciata la guerra. Il regime di Saddam pretendeva che noi combattessimo in prima linea contro gli americani. Io mi sono nascosto e con altri egiziani sono riuscito a tornare a casa passando dalla Giordania. Ma qui ho trovato fame e disoccupazione. Qualche mese fa - prosegue Abdelnasser- incontrai un vicino di casa che era tornato dall'Italia per le vacanze. Mi disse che da voi guadagnava 1.500 euro al mese. Mi fece incontrare al Cairo un uomo per farmi arrivare, in nave, dalla Libia in Italia, chiese 12 mila lire egiziane ( più o meno 1.500 euro), 6 mila anticipate e il resto da pagare una volta arrivato a destinazione. Vendetti TV, frigorifero, la dote di mia moglie e mi feci prestare altri soldi da parenti e amici".  Per Abdelnasser è l'inizio dell'odissea. " Tre settimane dopo, mi ritrovai con 4 sudanesi e altri 20 egiziani in un autobus al confine con la Libia. Passammo la frontiera senza grandi problemi: evidentemente i trafficanti corrompevano la polizia libica. Rimanemmo chiusi per sei giorni in una casa, con pochissimo cibo e quasi senz'acqua, finchè una sera ci dissero di tenerci pronti. La barca era un normale peschereccio, l'equipaggio era composto da egiziani e libici. Salpammo, ma dopo un paio di miglia c'era la guardia costiera ad aspettarci. Non avevamo passaporti, in molti ci gettammo in mare per non farci prendere. Io ce l'ho fatta, altri no, i sudanesi annegarono. Per poter riattraversare la frontiera, ho pagato gli ultimi soldi che avevo in tasca. Adesso lavoro come muratore al Cairo : guadagno l'equivalente di 100 euro al mese, ma così non potrò mai restituire i debiti e mantenere la mia famiglia", è l'amara riflessione. Nella sede di una organizzazione non governativa egiziana con cui collabora, il giornalista Khaled Salah segue da molti anni il fenomeno dilagante dell'emigrazione clandestina egiziana: " Recentemente, l'Egitto è divenuto un paradiso per i trafficanti. Qui si vendono i visti falsi e biglietti aerei per l'Europa dell'Est, da dove si prova poi a entrare in Germania o in Italia. Altri vendono biglietti aerei per Cuba, Brasile o Sud America, con un visto di transito in Europa. All'arrivo in aeroporto, ci si disfa del passaporto e si chiede asilo come palestinese, curdo o iracheno. E poi c'è la via più economica, ma anche la più rischiosa, che è proprio quella del mare, a partire dalle coste libiche".
Il mattino 19 giugno 2008

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