mercoledì 26 febbraio 2014

LA POVERTA' IN ITALIA

 Il rapporto "Noi Italia" 2014 dell'Istat fotografa un Paese più povero. I dati dell'Istituto di statistica, si riferiscono nella maggior parte dei casi al 2012. In Italia una famiglia su quattro è in una situazione di deprivazione. L'indice è cresciuto dal 22,3% del 2011 al 24,9% dell'anno successivo. Quasi cinque milioni di persone nel 2012 erano in condizioni di povertà assoluta, si tratta del 6,8% delle famiglie per un totale di oltre 4,8 milioni di individui, concentrati soprattutto nel Mezzogiorno.  L'aumento della povertà è dovuto essenzialmente a meccanismi di funzionamento della nostra economia e della nostra società di oggi e del recente passato. Il passato è quello della società fordista e industriale. Oggi viviamo nella cosiddetta civiltà postindustriale. Nel 2004, l'un per cento dei ricconi americani guadagnava circa 1,35 triliardi di dollari all'anno, più del reddito nazionale, di Francia, Italia o Canada. Negli Stati Uniti, accanto ai ricchi, figli d'arte, in quanto provenivano da famiglie che si erano arricchite grazie al petrolio, ai prodotti chimici, all'acciaio o al mercato immobiliare, nei tardi anni ottanta, viene in essere una nuova enclave di ricchi. Nei tardi anni ottanta, infatti i ricchi cominciarono a cambiare. I mercati finanziari presero il volo e sfornarono un nuovo gruppo di operatori di Wall Street, veri e propri predoni aziendali e pionieri tecnologici. Il numero dei miliardari salì dai 13 del 1982 ai 67 del 1989. Nel 2000, con le oscillazioni del mercato rialzista, il rivolo si trasformò in un'ondata, e la popolazione dei milionari americani, fu più che triplicata fino ad arrivare a otto milioni di individui, superando così l'intera popolazione della Svezia e dell'Austria. A guidare questa ondata di nuovi ricchi è stata l'espansione finanziaria, che ha permesso loro a danno dei più deboli, di diventare più ricchi e più in fretta di prima. Come? Semplicemente navigando nel fiume globale di danaro alimentato da un cambiamento più ampio nel mondo della finanza. Anni di tassi d'interesse bassi in tutto il mondo, unitamente ai fondi pensione, ai profitti aziendali e ai risparmi globali in aumento, hanno creato una nuova immensa ondata di denaro. A livello globale, le pensioni, le assicurazioni e i fondi comuni d'investimento a capitale variabile hanno a disposizione 46.000 miliardi di dollari, che dal 2000, sono cresciuti di quasi un terzo. Al contrario che in America nel resto del mondo , le famiglie cercano di risparmiare il più possibile. Accanto al fiume di denaro in America vi è stata una politica del governo che ha giocato un ruolo determinante. La spinta verso la privatizzazione, la deregolamentazione e il libero mercato che si diffusero sotto Ronald Regan e continuarono sotto Bill Clinton e Geoge W. Bush, ha aumentato l'entità e la quantità delle fortune personali. La politica monetaria e fiscale ha anche favorito l'assunzione di rischio e i pesanti indebitamenti dei consumatori e delle aziende. Mentre negli Stati Uniti sempre più persone si arricchivano, in Italia un sistema finanziario globale, progressivamente privato di regole , trova per soddisfare il bisogno continuo del reinvestimento del capitale una nuova materia nella pluralità di prodotti offerti da istituzioni finanziarie che spesso non erano neppure intermediari accreditati ( il cosiddetto sistema bancario ombra), e che tramite sofisticati meccanismi di cartolarizzazione, passavano ad altri i rischi contenuti in credito spesso inesigibili. Il sovrappiù anzicchè essere usato per svolgere il ruolo storico di promotore della crescita economica di lunga durata, trovando spazio nei finanziamenti alle imprese, vero motore dell'economia, si è ammantato di nuovi misteri, divenendo capitale della finanza. In America, il fiume di denaro ha accelerato i tempi necessari ad avviare, far crescere e vendere un'azienda. Le aziende infatti a capitale di rischio hanno permesso agli imprenditori di raccogliere milioni in tempi brevissimi per avviare nuove imprese. I mercati azionari i fondi di investimento protetto, le aziende con fondi patrimoniali privati e le fusioni hanno creato nuove opportunità per far soldi. Avviare un'azienda a capitale di rischio, espandersi in un mercato globale vendendo in contanti tramite un' IPO o una vendita, il tutto in pochi anni o persino mesi, ha creato una nova classe di imprenditori gli " istapreneur". In Italia invece, visto che le fusioni e le IPO sono merce rara, gli imprenditori per vedere soddisfatti i loro bisogni devono incrementare. Devono coltivare la propria attività magazzino dopo magazzino, camion dopo camion, prestito dopo prestito. Quel fiume di denaro che altrove ha prodotto ricchezza da noi ha prodotto solo distruzione e miseria. La massa di profitti non ha trovato all'interno dello Stato gli sbocchi desiderati, non è stata assorbita dalla produzione materiale, dato che l'investimento si è progressivamente spostato verso attività finanziarie, in una corsa frenetica che aveva come obiettivo l'aumento illimitato di valore per gli azionisti, in un ottica che assume valore e consistenza solo nel breve periodo. Il capitalismo finanziario, ha gambizzato le pmi italiane. La crisi attuale e la nuova povertà al di là dell' inevitabile scoppio della bolla immobiliare, è figlia del sistema finanziario globale. 

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