martedì 11 febbraio 2014

GLOBALIZZAZIONE E MEZZOGIORNO

La globalizzazione è un processo di interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti hanno una rilevanza planetaria. L'Organizzazione Mondiale del Commercio più nota come WTO, è il grande motore della globalizzazione. Il WTO ha sede a Ginevra, e rappresenta oggi 159 Governi incluso quello Italiano. I Liberisti che nella loro teoria prevedono la libera iniziativa e il libero mercato, riducendo l'intervento dello Stato nell'economia, alla costruzione di adeguate infrastrutture, che possano favorire il mercato, affermano che la globalizzazione delle economie determina importanti opportunità di sviluppo. Annoverano tra gli aspetti positivi della globalizzazione, la velocità delle comunicazioni, e delle informazioni, l'opportunità di crescita per i Paesi a lungo rimasti ai margini dell'economia, la contrazione della distanza spazio-temporale e la riduzione dei costi per l'utente finale grazie al'incremento della concorrenza. Ma quali sono i pericoli del progressivo trasferimento di sovranità democratica dagli Stati-Nazione ad entità internazionali e sovranazionali con grado imperfetto di democrazia, non lo dicono. Il pericolo maggiore e che tutto ciò che compone la nostra esistenza, viene trasformata in merce di scambio, dall'istruzione alla cultura, dai servizi bancari alla salute. Così quando, l'Europa ha decretato che la carne americana, trattata con ormoni artificiali, al contrario della nostra (come documentato da Report), è pericolosa per la nostra salute e ha deciso di non importarla, la precauzione è costata 340 mld di sanzioni americane. Una ritorsione decisa all'Organizzazione Mondiale del Commercio nel nome delle regole della globalizzazione. La globalizzazione è inoltre asimmetrica, ci sono consistenti prodotti, da tutto il mondo, verso l'Unione Europea e verso l'Italia, mentre l'accesso a molti mercati, continua con le scuse più disparate ad essere negato ai nostri prodotti. Fra le vittime italiane si contano i pomodori pelati, i succhi di frutta, ma è soprattutto il tartufo ad essere penalizzato. Il tartufo è uno dei nostri prodotti più pregiati e lo esportavamo in grandi quantità negli stati Uniti. Ciò creava reddito per le aziende e per i lavoratori. Ma poi gli Stati uniti hanno deciso di tassare il tartufo al 100%, sbarrandogli la strada. Chi l'ha deciso il WTO nel nome della globalizzazione. In questo scenario un ruolo determinante viene rivestito dal Trans Atlantic Business Dialogue. Il TABD è stato lanciato nel 1995. per risolvere i contrasti e eliminare le barriere agli scambi tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Ma il TABD è anche  la più potente lobby industriale del mondo che indirizza la politica delle scelte in seno al WTO.  E' in questo scenario, il rapporto Amnesty International, afferma che con la globalizzazione il potere scivola dalle mani degli Stati e si sposta silenziosamente in quelle delle multinazionali. Nel Mezzogiorno, l'eccessiva frammentazione del sistema imprese, che non consente adeguati investimenti in particolare in ricerca e sviluppo, la limitata patrimonializzazione, l'elevato grado d'indebitamento, sbilanciato verso le scadenze a brevi, la mancanza di infrastrutture, la mancanza di banche dinamiche e competitive, sono vincoli e che condizionano la crescita e che impediscono alle piccole imprese di fronteggiare l'accresciuta concorrenza. La globalizzazione nel Mezzogiorno non ha prodotto, importanti opportunità, anzi le imprese sono state esposte in misura crescente alla concorrenza internazionale, ai mutamenti delle condizioni del mercato di sbocco, ai rischi connessi con l'instabilità dei sistemi finanziari dei singoli paesi. Nel Mezzogiorno mancano distretti industriali, ovvero una forte concentrazione territoriale di imprese che appartengono alla medesima filiera produttiva in cui ci sono PMI ad elevata specializzazione. Stenta la creazione di rete d'imprese, ovvero aziende giuridicamente autonome, i cui rapporti su relazioni fiduciarie e in qualche caso su contratti, che si impegnano attraverso investimenti congiunti a realizzare un'unica produzione. In questo contesto mi chiedo che senso ha parlare di globalizzazione? Eric J. Hobsbawn, nel suo saggio " Il secolo breve" del 1996 descriveva così il futuro mondiale in un' economia sempre più globalizzata. Se l'umanità deve avere un futuro nel quale riconoscersi, non potrà averlo prolungando il passato o il presente. Se cerchiamo di costruire il terzo millennio su questa base falliremo. E il prezzo del fallimento, vale a dire l'alternativa a una società mutata è il buio. 

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