domenica 23 marzo 2014

BAMBINI VITTIME

" LA mafia ha più paura della scuola che della giustizia, perchè è nella scuola che la Costituzione va vissuta e fatta viva; è nella scuola che la Carta Costituzionale, deve diventare carne, vita concreta". Antonino Caponnetto, uno degli eroi simboli della lotta al crimine organizzato italiano, che guidò il pool antimafia, dopo l'assassinio di Chinnici, a partire dal 1983, insieme a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta , era non solo un grande magistrato ma anche un grande educatore. Già anziano, girava le scuole di tutta l' Italia per incontrare i giovani e parlare con loro. E fu a Vigevano che il 14 Aprile del 1994, in una lezione sulla legalità Antonino Caponnetto, pronunciò la frase " La mafia teme la scuola più della giustizia", perchè aveva capito che il cancro mafioso non lo sconfigge solo nelle aule di tribunali, ma occorre affrontarlo ben prima , nei banchi di scuola e nelle strade ogni giorno. Scuola, che i muschilli, raccontati da Giancarlo Siani nel suo ultimo articolo del 22 Settembre del 1985, hanno lasciato dopo la terza media, per fare la guardia alle piazze di spaccio. Addestrati a stare all'erta ogni giorno e notte per turni di sei ore di fila. Addestrati all'uso di Kalashikof e mitraglie, sfamati con pizzette, crocchè, frittatine, fornite da qualche rosticceria del posto, rivestono un ruolo determinante nell'affare droga gestito dalle cosche camorristiche. Bambini di camorra, che pagano l'essere figli ad un padre o a una madre, che appartengono alla sfera dei cattivi o dei buoni, poco importa. SONO VITTIME!.

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